01 maggio 2007

"The departed"

La polizia infiltra nell’organizzazione del più potente boss della città un suo uomo, come risposta al sospettato ingresso sotto copertura di un mafioso nella polizia; condite il tutto con grandissimi nomi del cinema di ieri e di oggi e avrete “The Departed” di Martin Scorsese. Per la verità, il film non è lontano dai cliché a cui i mafia-movies ci hanno abituati da anni; ma forse la grandezza di Scorsese sta proprio nel farci trascorrere in un battito di ciglia le oltre due ore di durata del film, grazie non solo alle grandi interpretazioni degli attori (su tutti, sicuramente Mark Wahlberg nella per lui insolita parte del poliziotto brutto, con la pettinatura sfigata e molto, molto volgare e cattivo), ma anche, e soprattutto, alla sua ultradecennale esperienza nel campo.
Un aspirante poliziotto (Damon), che vive fin da bambino sotto l’ala protettiva del più grosso boss della città (Nicholson), riesce non solo ad entrare in polizia, ma perfino a farsi scegliere da due capi (Sheen e Wahlberg) come membro di una unità speciale della polizia, dedicata espressamente proprio a combattere il crimine mafioso in città. Subito dopo, gli stessi due selezionatori scartano un poveraccio, al limite del rifiuto umano (Di Caprio), salvo poi ripescarlo proprio per la sua storia border-line tra onestà e truffa quale infiltrato nell’organizzazione mafiosa. Senza sapere uno dell’altro, e soprattutto senza essersi mai conosciuti, sarà una lotta all’ultimo sangue, a distanza, senza esclusione di colpi.
A mio modesto parere sopravvalutato dalla critica, secondo me è lontano dai migliori film di Scorsese; tuttavia, resta un buon gangster-movie.
Voto 7 (***)

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